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Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/167

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settima 145

Sì che dell’Uom le iniquamente vaghe
     648Voglie giugnesser là dove d’estinta
     Fede l’Anime ree vantansi paghe.
Non fu scema Pietà dunque, nè vinta
     651Dalla Giustizia estrema; anzi essa illesa
     A combatter per noi mostrossi accinta.
Gli empj rapì, cui, se più a lungo stesa
     654La vita fosse, avría l’eterno lutto
     Maggior recata in maggior falli offesa;
E agl’innocenti il carcer lor distrutto,
     657Gli accolse amica in que’ beati liti,
     Ove ognor verde è di letizia il frutto,
E tal ne’ spirti fra le colpe arditi
     660Esempio ai vivi diè d’immagin fiera,
     Ch’altri non più l’altrui delitto imiti.
Sorse, mentr’io dicea, l’umida e nera
     663Notte, e col manto suo di stelle nudo
     Coperse il giorno di lugubre sera;
Giorno, cui par non nacque altro più crudo.