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Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/203

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nona 181

Mal potean i destrier gloria, o salute
     Sovra il pendío trovar d’incerti calli
     507Fra le sicure piaghe e le cadute,
E sfuggían rotolando all’ime valli,
     La terra alle ferrate ugne rubella;
     510E i Cavalier su i languidi cavalli
Cedean rispinti, o tratti fuor di sella
     Dai pedestri Guerrier colle congiunte
     513Agl’igniferi tubi aspre coltella.
Parver allor al duro termin giunte,
     Qual trite paglie fra le ardenti brage,
     516Le ostili forze, e in modo fier consunte;
Chè la maggior del Prusso Campo immage
     Era un pian vasto di cadaver carco:
     519Il resto o fuga, o servitude, o strage.
Vidi il feroce Re sotto l’incarco
     Delle perdite sue per sentier noti
     522Mover il piè nell’affrettarsi parco,
Nè d’oppresso mostrar sul volto i moti
     Tristi, tal che parea che fosse degno
     525Di Teresa sol vinto esser dai voti.
Poichè il sangue temprò l’Austriaco sdegno,
     Mi disse il Duce: Or chiaro scorgi, ed odi
     528A qual braccio l’Uom dee la palma e il regno.
Che se coll’armi, e co’ più accorti modi
     Talor vinse un Guerrier prode, non fúro
     531Dovute a lui del tríonfar le lodi;
Ch’ei nel corso de’ tardi anni futuro
     Scarso avría pregio, anzi in caligin piena
     534Fra i Duci il nome suo parrebbe oscuro,
Se Dio tal non porgeagli aíta e lena
     A vincer atta. Ogni trionfo è dolce;
     537Ma questo ad altri è premio, e ad altri è pena;