Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/259

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duodecima 237

E i maligni vapor del tetro inserti
     Aere spirato dalle membra inferme
     183Resi in salubre albergo al danno inerti;
E in numero accresciute, e in prove ferme
     Di nautic’arte le Tirrene prore,
     186E rabbellite le Pisane Terme:
E ai raccolti volumi aggiunto onore
     D’industri ordigni, e a lor per norma e face
     189Scelto de’ colti ingegni il più bel fiore.
E tante d’anni in corto vol fugace
     Geste compiute appien; ch’ei benchè degno
     192Di trìonfar con l’armi amò la pace.
A tai detti suonò di lodi un segno
     Vivo sì, che la terra e il mare empieo:
     195Abbia chi pace amò di pace il regno.
La schiera intanto numerosa feo
     Di sé onorata e risplendente mostra
     198Per l’aria, su cui l’ale ampie batteo;
E qual la Via nel ciel Lattea si mostra
     Gremita d’astri sì, che non divisi
     201Sembran al guardo della terrea chiostra;
Tal quella turba fulgida nei visi,
     Distinti a gaudio ed a bellezza rara,
     204Parea un sol lume agli occhi in essa affisi.
In questa eran color, che nell’amara
     Valle del lagrimar, mentr’ebber vita,
     207Parver di lui cura più scelta e cara.
Ch’altri, cui fu l’esca vital rapita
     Dal nimico vapor all’auree spiche
     210Carco di ruggin di velen vestita,
Dalle pie man di largitate amiche
     Trasser conforto sì, qual se di germi
     213Serbasser folte i mietitor le biche: