Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/270

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248 visione

E lo spirato Amor santo lo elegga
     546Suo nido eterno, e i teneri sospiri
     Dell’Uom divinizzato esalti e regga.
Or se dubbio non v’ha, che il Padre miri
     549Sé medesmo nel Verbo, e quanto chiude
     In sé la Terra e il Ciel negli ampi giri,
Ne avvien, che l’Alme d’ogni colpa ignude,
     552E al Verbo avvinte, in lui fisando il ciglio
     Scorgano il Padre, e in esse ancor virtude
Si desti di veder nel basso esiglio
     555Lo stato uman; chè i tanti e varj obbietti
     Sicura via di rimirarli è il Figlio.
Gli Angelici m’avean sublimi detti
     558Rallumata così la mente incerta
     Fra il misto di pensier moto e d’affetti,
Ch’io mi pascea di tanta luce offerta,
     561Scemando in parte il bujo, che coprimmi
     Per la profonda in Dio Triade certa;
Quando l’orecchio e il cor questa ferimmi
     564D’un gran Coro armonia, che in dolce foggia
     Altra immago a mirar il varco aprimmi:
Chi è Costei, che dal deserto poggia
     567Coronata di gigli, e in sovrumane
     Fiamme avvampando al divo Amor s’appoggia?
Poi subito cangiossi il canto. Oh vane
     570Speranze frali acerbamente mozze
     Nel fiorir loro, e spente! oh menti umane
Gli alti decreti in penetrar sì rozze!
     573Tu altrui serbata invano or vieni intatta
     Del sacro Agnello alle beate nozze:
Tu da’ tuoi Regni al sommo Empiro tratta,
     576D’altra di rai corona orni le chiome,
     Che dal tempo non mai ti fia sottratta.