Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/80

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Seguii col piè le inimitabil prove
     Di sì robusto condottier, chè vano
     87Era a lena minor volgerlo altrove.
Giunti là ’ve con víolento e strano
     Impeto gorgogliava il maggior carco
     90Dei vortici cadenti al basso piano,
Il toro pría tentò coll’ugna il varco,
     Poi lento profondessi; e mentre ei scese,
     93Io della corda sì corto féi l’arco,
Che al collo irsuto il braccio mio si stese,
     E col nuoto, che al bue prestò natura,
     96Lieve il mio corpo notator si rese.
Traendomi pei gonfj oltre misura
     Flutti, in parte ei ne ruppe il corso, e in parte
     99Cesse alla forza nell’urtar più dura;
E galleggiando obbliquo infra le sparte
     Nella riviera erbe, virgulti e spume,
     102Tardi afferrò con malagevol’arte
Le ripe, ove il guidò sorte, o costume.
     Ivi lo sciolsi; ed ei per le frondose
     105Sponde natíe si dileguò del fiume.
Pien d’affannato tremito le ondose
     Voragini io guatava ed il periglio,
     108In cui la sconsigliata alma si pose,
E con aperte labbra e arcato ciglio
     Da stupido terror pendea confuso
     111Qual via scegliessi nell’ignoto esiglio:
Quando un sentier fra due pari argin chiuso
     Al destro lato io vidi, in cui mi parve
     114Lume da lungi serpeggiar diffuso;
E in esso forma d’Uom dubbia m’apparve,
     Ch’esser credei per l’adombrata luna
     117Dai tronchi error d’immaginate larve.