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138 Il diavolo nella mia libreria ::

Ecco qui il poeta Fulvio Testi, in questo volumetto, legato in vecchio cuoio color tanè, con un ricamo d’oro che ancora risplende. Egli protesta che si sottopone in tutto alla Santa Cattolica Romana Chiesa.

Dice: «Se adopero le parole Fato, Destino, Numi, Dei, Dee, avverto che si tratta di amplificazioni poetiche; e non credo, così favellando, di contravvenire all’obbligo della vera fede. Ma se per ignoranza o inavvertenza mi fosse uscita parola, o concetto, o maniera di dire non bene aggiustata, la revoco, la ritratto, la annullo, adesso e per sempre».

Bei tempi! felice Italia d’allora!

Ma forse era felice senza saperlo; e soltanto noi oggi che, la mattina, ci domandiamo: «v’è sciopero? funziona la posta? e il tram va? e le ferrovie vanno? e il telefono risponde? il fornaio dà il pane?», possiamo apprezzare quella felicità.

Ma a quei tempi non c’erano tram, non ferrovie, non telefoni. La posta si riceveva