Pagina:Algarotti, Francesco - Saggi, 1963 - BEIC 1729548.djvu/335

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SAGGIO

SOPRA L’IMPERO DEGL’INCAS



Tra le false opinioni delle quali s’imbevono coloro che si danno unicamente alle lettere, non tiene l’ultimo luogo quella che le sole nazioni, i cui fatti porti il pregio di studiare, sieno i Greci e i Romani. Talché la più gran parte de’ letterati non degnano gettare nemmeno un guardo a que’ popoli, che piacque loro di chiamar barbari, perché non sortirono un Tucidide o un Livio per istorici. Non così pensano coloro che, non contenti a viaggiare con la scorta di pochi scrittori nel mondo degli Antichi, sanno scorrere con la mente tutto il globo, e veggono che da quelle nazioni che i dotti dispregiano il più, si possono trarre insegnamenti per la vita civile ed esempi utilissimi; quasi a quel modo che le materie più nobili che servono agli usi dell’uomo, ne vengono la più parte forniti da quel genere di animali creduti comunemente i più vili.

Largo campo di filosofare potrebbe porgere agl’intelletti speculativi la constituzione politica di varie parti del nuovo mondo. Ché siccome dal suolo di America furono recate in Europa tante cose, che arricchirono il regno della Fisica, così dalla istoria di quel paese se ne possono estrarre delle altre, che non meno arricchirebbono la scienza della Legislazione e della Morale. Nell’America settentrionale tiene il campo tra le altre popolazioni la repubblica degl’Irochesi: e meritamente lo tiene così per le conquiste da essi fatte, come per un amore caldissimo della libertà, una sete inestinguibile di gloria e un’opinione radicatissima di essere la più eccellente di tutte le nazioni; opi-