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il cartesio 411

e dovrebbe sforzare tutti i corpi che nuotano dentro ad essa a rigirarsi per lo medesimo verso. Così le comete dopo aver liquefatto o mandato in pezzi i cieli adamantini degli aristotelici, hanno fatto svanire i vortici del Cartesio, e quando hanno cessato di essere malaugurose per le vite de’ principi, lo son divenute per gli sistemi de’ filosofi.

Non è da dire quanto dalla rovina dei vortici rimanesse oppressa quella parte dell’Accademia di Francia che veniva da’ più riputata la più sana, come quella che sosteneva le dottrine del suo filosofo con virtù patriotica, che niente per ciò lasciava da banda, e per meglio riuscirvi avrebbe voluto inframmettere nelle dispute filosofiche l’autorità del ministero e la ragione di stato1. E considerando la guerra ch’ella faceva alle dottrine inglesi, che pur da’ giovani introdur si volevano a quel tempo nell’Accademia, si direbbe che come alla conservazione dell’antico pomerio di Roma vegliavano altre volte gli auguri, lo stesso facevano in Francia quei vecchi Druidi perché il pomerio della Filosofia non si estendesse al di là dei termini che vi avea posto il Cartesio, tenuto da esso loro come fondatore di quella.

Della causa poi della gravità, dedotta anch’essa dal giro dei vortici, accenneremo soltanto come dall’Ugenio fu posto fuori di ogni controversia che in somigliante ipotesi i corpi spinti dalla materia moventesi per cerchi paralleli all’equatore cascherebbero perpendicolarmente all’asse della Terra, non al centro di essa2. Ed altri con prove di fatto hanno messo in chiaro come i corpi più densi, in luogo di essere, giusta la supposizione del Cartesio, dalla materia eterea rispinti all’ingiù, andrebbono all’incontro all’insù ad occupare le parti più alte del vortice3. Ma general-

  1. «Cependant cette secte (le Cartésianisme)» qui n’est pas aujourd’hui trop nombreuse, est volontiers intolérante comme bien des sectes opprimées ou négligées: peu s’en faut qu’elle ne décrie ses adversaires, comme de mauvais citoyens insensibles à la gloire de leur Nation» : M. D’Alembert, dans l’Éloge de M. l’Abbé Terrasson, p. xvi, «Il est vrai que le Cartésianisme n’est plus interdit aujourd’huy ni persécuté comme autrefois; il est souffert; peut-être est-il protégé, et peut-être faut-il qu’il le soit à certains égards»: M. De Mairan, dans l’Éloge de l’Abbé de Molieres, p. 221.
  2. De Causa Gravitatis.
  3. Mém. de l’Acad. Royale des Sciences, années 1714, 1715 et 1716.