piacere. Manco male, continuai io, che io non
v’ó detto jutto ciò, ch’effe fon capaci di fare 1
NeiTun fiftema parca forfè meglio fondato di
quello, che le ale fotte ro date agli animali per
volare, e le gambe per camminare; e pure a forza
di ottervare fi fono trovati infetti, che inno
delle ale belle, e grandi fenza mai farne ufo per
volare, e fimilmente fe n’è trovato uno, che
benché abbia le gambe fìtuate come quelle degli
altri, formate nella ih ila maniera, e in limili
proporzioni, cammina quali fempre fui dorfo colle
gambe in aria, come fc gii uni non fape fiero
di aver le ale, e l’altro le gambe. Egli è però
vero, che fe le o [Ter vaz ioni altro non svetterò
fatto al Mondo, che dittruggere, noi non faremmo
loro molto obbligati. Mi nel rovefeiar fi Itemi
inviluppati per lo’ più ed inutili, e talvolta ancora
incomodi, di quante belle, ed utili cognizioni
non ci anno elleno fornito, che fono entrate
nel luogo de’ fi (le mi diltrurri? Immaginarono
certi Filofofi man in conici, che freddi, & umidi
io itero i raggi della Luna, le di cui influenze
perciò non doveano nulla meno che pericolofe effere,
e da fommamente temerli. In fatti voi vedete
che moltiffimi, che itimano ancor molto
Alila tradizione de’ loro maggiori gli effetti di
quefto Pianeta, tolto che la Luna comincia ad
alzarli, e i fuoi raggi, fecondo che dicono, à
prender forza, fi ritirano, e molti altri li persuadono
di aver male a! capo, fe per ifventura loro
iòno itati cofiretti di avere bevuto, patteggiando
la fera, la malignità dei fuo lume. Le fpe