Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/23

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Dialogo Primo. 11

tessero a considerare la varietà delle cose, che compongono questo Universo, le loro differenze e i lor effetti. Egli è naturale altresì che una delle prime considerazioni di questi oziosi, che si fecero chiamar dopoi Filofosi, forse intorno alla Luce, che è certamente la più bella e la cospicua cosa che veggiamo, anzi quella per cui veggiamo tutte le altre cose, e per conseguente intorno a’ colori da essa luce sugli oggetti dipinti, e che spargono di tanta varietà e di tanto diletto questo nostro Mondo. Così io credo, che l’Ottica, che è quella parte di Fisica, che appartiene alla luce e ai colori, e generalmente tutta la Fisica sia nata tra gli uomini insieme coll’ozio, posteriore in vero a qualche sorta di Morale e di Geometria, necessarie di buon’ora agli uomini per li più stringenti bisogni loro, contemporanea, se volete, alla Poesia, e anteriore alla Metafisica, per cui vi voleva ancora maggior ozio.

Piacemi, disse la Marchesa, che la Poesia e la Fisica abbiano un’Epoca comune, che in tal modo questo passaggio, che noi abbiam fatto per cagion mia dall’una all’altra, non parrà per avventura nè meno a voi così strano. Fu ben più strano, soggiuns’io, il passaggio, che fecero sul bel principio i nostri Filosofi da una leggiera cognizion delle cose al volerne spiegar la natura ed indovinar gli effetti; il che si chiama far de’ sistemi in Filosofia. Egli è comi se alcuno, dopo aver parlato una volta o due del buono, o mal tempo con un profondo Ministro di stato, volesse farne il carattere, e pretendesse averne penetra-