Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/256

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244 Dialogo Sesto.

verà intorno a quello punto aree eguali in tempi eguali s e generalmente, che le aree faranno proporzionali a* tempi; e all’incontro, che fé un corpo de Te ri ve intorno a un punto mobile, o immobile aree proporzionali a’ tempi; egli fkià verfo quello punto attirato, cioè a dire, ch’egli avrà una tal tendenza ve rio quel punto, che fe ceflafle ogn’altro moto, che lo fpinge altrove, egli andrebbe dirittamente ad unirli ad elio, così come i corpi qui fu Ila Terra, che abbandonati, che fono a fe lllffi, dirittamente fopra di lei a piombar vanno.

Questo principio, m’interrupp’ella, fi applica da fe medefimo a’ Pianeti primar) egualmente, che a’ fecondar]. Gli uni, e gli altri deferì vono intorno al punto a cui girano, fe pure il Sole, la n olirà Terra, o Giove fi potino dir punti, aree proporzionali a’ tempi, Dunque fono attirati i primarj dal Sole, e gli altri dal primario intorno a cui girano. Non è ella quella una confeguenza neceflaria? Ella è neceffana,rifpos’io, dell’ultima, neccflìià. Ma ricordatevi, che voi l’avete dedotta da voi medefima. Quella punizione ila bene a chi faceva tanto la turo fa full’attrazione. Voi adunque mi dite, che nel Sole v’à una forza? che attrae i Pianeti a fe, e parimente ne’ Pianeti una forza, che attrae i Satelliti; e che quella forza attrattiva combinata con quella, che anno tutti di muoverti in linea diritta da Occidente in Oriente, fa, che girino gli unì intorno il Sole, gli altri intorno a’ loro primarj con una certa legge. Questo difficil fenomeno per la cui spiega-