Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/74

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62 Dialogo Secondo.

co quando voi avere tutt’altro in capo, che la sua Politica, vi vuol informare de’ fini, e delle intenzioni die’ Gabinetti di Europa, e del par t aggio ch’egli a. già fatto dell’Italia, immaginandoli egli, che fia imponibile, che un uomo, che raflomiglia a lui, non prenda nelle fu e vifìoni quella me dt firn a parte, che vi prende egli. Quindi un Cicisbeo vi trattiene fu le fue vane lagrime, e il fuo fofpir trilulìre, e quindi avvengono infiniti altri incomodi della Società umana, I Filofofi fero, ditte la Mar che fa, ne fono il maggiore con quefto loro voler rovefeiar le idee, che altri fi avea formato, volendo farci credere, che non tutti gli uomini veggano la medefìma cofa della medeìima grandezza, e del medefimo colore. Non fi potrebbe egli fare di trovar qualche modo per chiarirli, Ci veramente il Mondo da uomo a uomo ila tanto diverfo, come voi mi dite?

Questo modo non vi potrebbe e fife re, rifpos’io, fe non quando vi forfè una qualche mifura, che gli uomini fotte r ficuri di veder tutti della medefìma grandezza attolutamente, e certi colori, che tutti parimente foffer ficuri di veder nella fletta maniera, ed a quelli pofeia riferiffero gli altri colori, e le altre grandezze a quella; ficcome que* due popoli, che fi ferviflero della medefìma parola di Re per ef prime re il loro primo Magiltrato, benché diverfo in effetto, non potrebbono venir in chiaro delle differenti idee, che applicattero alla fletta parola, fe non definendola, e riferendola ad altre parole, e idee più