Vai al contenuto

Pagina:Algarotti - Opere scelte 1.djvu/30

Da Wikisource.
SAGGIO

pare di udirlo che non ridesse di colui il quale si presentasse in mezzo al Foro rivestito di un'armatura, e fosse pur ella brunitissima, ed anche cesellata da un Cellini? Chi non si faria beffe di tale che in Venezia nutrisse corieri inglesi, o gondolieri da regatta in terra Ferma= Niuna cosa, egli insiste, metter si dee in rappresentazione, che non sia anche veramente in funzione: e con proprio vocabolo si ha da chiamare abuso tutto quello che tanto o quanto si allontana da una tale principio, che è il fondamento vero, la pietra angolare, su cui ha da posar l'arte architettonica. Di soverchio rigore potrà parere ai più una tale sentenza. Diranno per avventura, volersi andar dietro a troppe sottigliezze; volersi che più sofistica nel fabbricare sia l'arte dell'uomo, che non è nelle sue operazioni la natura medesima: la quale, benchè nulla operi in vano, e faccia ogni cosa con misura e con perchè, ciò non ostante, avendo negli animali fornito di mammelle anche il maschio, avendo ombrato di pennacchi le testi di parecchi volatili, e fatto simili altre cose che non hanno uso veruno, pare che compiaciuta siasi di

fastigium illud, et ceterarum aedium non venustas sed necessitas ipsa fabricula est. Nam cum esset habita ratio quemadmodum ex utraque parte tecti aqua delaberetur; utilitatem templi fastigii dignitas consecuta est, ut etiamsi in caelo Capitolium statoueretur, ubi imber esse non posset, nullam sine fastigio dignitatem habiturum fuisse videatur.

Lib. III. de Oratore.