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408 saggio

epistole e da’ sermoni che già noi siam soliti scrivere in verso sciolto, e che dagli antichi erano trattati col medesimo genere di verso che la poesía eroica.

La naturalezza poi che esigono grandissima le composizioni teatrali, di cui come si è detto, giudice competentissimo è il popolo, vuole ella altresì che da esse venga esclusa la rima, come noi appunto siamo usati di fare; se non che nelle opere non ci si vuol guardare tanto per la sottile: e la rima incastrata a luogo a luogo ne’ recitativi e con disinvoltura, come fa quell’ingegno armonico del Metastasio, viene a dare un certo maggior condimento alla musica.

Molti ci saranno per avventura, i quali dalle cose sino ad ora discorse rimarranno convinti, e nulla avranno da opporvi; ma parrà loro che, tolta da un qualche poetico componimento la difficoltà della rima, troppo si venga a rendere agevole il comporre in versi, e si venga a fare troppo familiare e comune il sacro linguaggio delle Muse. Ora questi come bene zelanti e teneri dell’ordine de’ buoni studj ben meritano di essere da un così fatto timore assicurati. Pochi saranno sempremai, sia che altri prenda a scrivere in verso rimato, ovvero in sciolto, i buoni poeti: e una tal verità viene ad essere comprovata, come ad ognuno può esser manifesti, dalla giornaliera esperienza. ma a pochissimi è dato, direm noi con eguale verità, di aver tanta lena che basti da salire sulle cime del Parnaso senza l’ajuto del