ché per lo mezzo del cammino acceso
venne gente col viso incontro a questa, 30la qual mi fece a rimirar sospeso.
Lí veggio d’ogni parte farsi presta
ciascun’ombra e baciarsi una con una 33senza restar, contente a breve festa:
cosí per entro loro schiera bruna
s’ammusa l’una con l’altra formica, 36forse a spiar lor via e lor fortuna.
Tosto che parton l’accoglienza amica,
prima che ’l primo passo li trascorra, 39sopragridar ciascuna s’affatica:
la nova gente: «Soddoma e Gomorra»;
e l’altra: «Ne la vacca entra Pasife, 42perché ’l torello a sua lussuria corra».
Poi come grue ch’a le montagne Rife
volasser parte e parte inver l’arene, 45queste del gel, quelle del sole schife,
l’una gente sen va, l’altra sen viene;
e tornan, lacrimando, a’ primi canti 48e al gridar che piú lor si conviene;
e raccostansi a me, come davanti,
essi medesmi che m’avean pregato, 51attenti ad ascoltar ne ’lor sembianti.
Io, che due volte avea visto lor grato,
incominciai: «O anime sicure 54d’aver, quando che sia, di pace stato,
non son rimase acerbe né mature
le membra mie di lá, ma son qui meco 57col sangue suo e con le sue giunture.
Quinci su vo per non esser piú cieco:
donna è di sopra che m’acquista grazia 60per che ’l mortal per vostro mondo reco.
Ma se la vostra maggior voglia sazia
tosto divegna, sí che ’l ciel v’alberghi 63ch’è pien d’amore e piú ampio si spazia,