Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/411

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paradiso - canto xx 405

     ed ènne dolce cosí fatto scemo,
perché il ben nostro in questo ben s’affina,
138che quel che vuole Dio, e noi volemo».
     Cosí da quella imagine divina,
per farmi chiara la mia corta vista,
141data mi fu soave medicina.
     E come a buon cantor buon citarista
fa seguitar lo guizzo de la corda,
144in che piú di piacer lo canto acquista,
     sí, mentre che parlò, sí mi ricorda
ch’io vidi le due luci benedette,
147pur come batter d’occhi si concorda,
     con le parole mover le fiammette.