Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/9

Da Wikisource.

CANTO I

     Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
3ché la diritta via era smarrita.
     E quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
6che nel pensier rinnova la paura,
     tant’è amara che poco è piú morte:
ma per trattar del ben ch’io vi trovai,
9dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
     Io non so ben ridir com’io v’entrai,
tant’era pieno di sonno a quel punto
12che la verace via abbandonai.
     Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle giunto,
lá dove terminava quella valle
15che m’avea di paura il cor compunto,
     guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite giá de’ raggi del pianeta
18che mena dritto altrui per ogni calle.
     Allor fu la paura un poco queta
che nel lago del cor m’era durata
21la notte ch’io passai con tanta pièta.
     E come quei che con lena affannata
uscito fuor del pelago a la riva,
24si volge a l’acqua perigliosa e guata,
     cosí l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
27che non lasciò giá mai persona viva.