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88 DE VULGARI ELOQUENTIA.


Discorso di Francesco D’Ovidio. Rivista Bolognese, an. ii, 1869, fasc. 3°, pag. 382-406.

Appunti per la critica del Testo del libro De Vulgari Eloquentia del medesimo. Rivista Bolognese, an. iii, 1870, fasc. 5°, e 6°, pag. 774-84.

Le Note critiche del Boehmer e le dichiarazioni del prof. D’Ovidio le dovetti riconoscere così aggiustate e opportune, che mi recherò a debito di riferirle quasi tutte a luogo loro e ne’ termini espressi, solo rincrescendomi che siano poche al grande uopo. Ma ora non solo mi compiaccio che un nuovo Alemanno dimostri tanta conoscenza di Dante e sì verace amore, ma e sì, che un giovane Italiano abbia fatto anco vedere in effetto come la dottrina tedesca dev’essere studiata con luce discretiva, e possa rivolgersi a nostro profitto ed onore.



Lin. 1. Soli homini datum fuit ut loqueretur. Invero Opera naturale è, ch’uom favella (Par. xxvi, 180), ma poichè la Natura è arte di Dio (Mon., ii, 2), dobbiamo tenere per fermo che la favella o il parlare fosse dato da Dio all’Uomo, e concreato coll’Anima prima: Vulg. El., i, 6. Nè ciò contraddice a quanto si presuppone affermasse Adamo (Par. xxvi, 114), che cioè egli abbia fatto il primo idioma, avendolo per l’appunto fabbricato colla facoltà speciale, di che la Virtù divina l’ebbe gratuitamente dotato.

6. Secundum quidem quod in principio legitur Genesis. Benchè questa lezione si conformi alla Volgata, pur non dubito di crederla mal derivata dai Codici, dove il «quidem» dovette parer abbreviato, ma s’avea per altro a leggere soltanto «id» come porta il naturale discorso e il Volgarizzamento del Trissino stesso: Secondo che si legge nella prima parte del Genesis.

9. Præsumptuosissimam Evam. Tanto fu presuntuosa Eva, che nel luogo medesimo, dove la terra e il cielo obbediva alla Volontà divina, essa femmina sola (perciò tale da non