Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/206

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COMMENTI. 187


altro sianvi stati di coloro che, pur tragicamente poetando, abbiano cominciato con un Eptasillabo le lor Canzoni.

37. Si ad eorum sensum subtiliter intrare velimus, etc. Riguardata ogni cosa un po’ attentamente, si discerne un errore in questa Volgata, poichè non ci si richiama tanto a penetrare la mente autrice, quanto il sentimento onde s’avviva la forma delle accennate Canzoni, in cui l’alto Stile, denominato dalla Tragedia, declina al più umile, che prende nome dall’Elegia. E difatti il Vicentino traduce: Se al senso di queste Canzoni vorremo sottilmente intrare, ec., e così ne persuade sempre più a dover leggere «earum,» quale apparisce ne’ Codici, non meno che nelle prime Stampe.

58. Si Eptasyllabum interseratur in primo Pede, quem situm accipit ibi, eundem resumat in altero (Pede); puta, si pars trimetra primum et ultimum carmen Endecasyllabum habet, et medium, hoc est secundum, Eptasyllabum, sic pars altera, extrema Endecasyllaba et medium Eptasyllabum habeat. Quest’ultimo membretto, che manca ne’ Codici, vi fu accortamente supplito dal Torri, valendosi del sì accreditato Volgarizzamento: Che se uno Eptasillabo s’inserisse nel primo Piede, quel medesimo loco che ivi piglia per suo, deve ancora pigliare nell’altro (de’ Piedi); verbigrazia, se l’un Piede di tre versi ha il primo e ultimo verso Endecasillabo, e quel di mezzo, cioè il secondo, Eptasillabo, così l’altro Piede dee avere gli estremi Endecasillabi, ed il mezzo Eptasillabo. Il perchè si può vedere come le parole aggiunte: «sic pars altera, etc,» quivi dimostrandosi necessarie all’integrità e dichiarazione del concetto principale, non bene s’appose il Böhmer, che volle rimuoverle, e raffazzonare tutto insieme il periodo antecedente. Cfr. Bartsch, Dante’s poetik, Jahrbuch der deutschen Dante-Gesellschaft, vol. iii.

65. Et quemadmodum de Pedibus dicimus et de Versibus. Di tal guisa legge il Fraticelli; ma sembra che torni meglio accoppiare «dicimus» alle parole successive, dacchè l’Autore intende che sia a dirsi anche delle Volte ciò che ha già detto de’ Piedi, che cioè, siccome in questi, in esse pure vi dev’essere quella su ragionata disposizione ne’ versi.