Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/169

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Dila foſti cotanto quanto ſceſi
     quandio miuolſi tu paſſaſtil punto110
     alqual ſitragon dogni parte ipeſi
Et ſe orſotto lemiſpirio giunto
     che oppoſito aquel che lagran ſecca
     couerchia e ſottol cui colmo conſumpto
Fu lubuom che nacque e uiſſe ſanza pecca115
     ti ai i piedi inſu picciola ſpera
     chelaltra faccia fa delagiudecca
Quie daman quando dila e ſera
     et queſti chennefa ſcala colpelo
     fitto e ancora ſicome primera120
Daqueſta parte cadde giu dalcielo
     et laterra chepria diqua ſiſporſe
     perpaura dilui fe delmar telo
Et uenne alemiſpirio noſtro et forſe
     perfuggir lui laſcio qui luogo uoto 125
     quella capar diqua et ſu ricorſe
Luogo e lagiu dabelzebu rimoto
     tanto quanto latomba ſidiſtende
     chenonperviſta maperſuono e noto
Dan ruſcelletto che quivi deſcende130
     perlabocca dunſaſſo chegli aroſo
     colcorſo chegli auolge et poco pende
Loduca et io perquel camino aſcoſo
     intramo aritornar nelchiaro mondo
     et ſanza cura auer dalcun ripoſo135
Salimmo ſu elprimo et io ſecondo
     tanto chio uidi delle coſe belle
     che portal ciel perun pertugio tondo
Et quindi uſcimo areueder leſtelle