Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/288

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1 ueggto ben come leuoflre penne d iretro aldittator fenuanno flrette ebe delle noftre certo nonauenne Et quale anguardar piuoltre fimette nonuede più daluno alaltro ftilo et quafi contentato fitacette Come liaugelli cbeucrnan lungol nilo alcuna uolta nelaere fanno fcbiera poi uólan più infretta et uanno infilo CoQ tutta lagente che li era uolgendoluifo rafretto fuo paffo et permagrezza et peruolar leggera Et comelbuom ebe ditrottar e laifo lafciandar licompagni et fipaifeggia fin cbeifiiFoga lalÌolardelcalTo Si Ufcio trapaffar lafanta greggia forefe et dietro meco fenueniua dicendo quando fie cbitiriueggia Nonfo rifpuofio lui quando miuiua nn già nOnfia iltornar mio tanto tòftó chi nonfia coluoler prima allariua Pero cbelloCo u fui auiuer poflo digiorno ingiorno più diben fifpolpa et atrifla ruina par aifpollo Orua diffegli ebe quei ebe più nacolpa ueggfolo acoda duna beilia tratto inuer laualle oue mai nonfi fcolpa Labe ili a aogni patto ua più ratto crefcendò fempre fin cbella ilperquote et lafcial corpo uilmente diifatto