Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/47

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Ben maccorſió chegliera daciel meſſo85
     aolſimi almaeſtro et quei feſegno
     chi ſteſſi cheto inchinaſſi adeſſo
Ai quanto miparea pien didiſdegno
     uenne alaporta et conuna uerghetta
     laperſe che nonuebbe alcun ritegno90
O cacciati delciel gente diſpecta
     comincio elli inſuloribel ſoglia
     onde ta oltracotanza inuoi ſanletta ?
Per che ricalcitrate aquella uoglia
     acui non puo ilfine mai eſſer mozzo ?95
     et che piu uolte ua creſciuta doglia ?
Che gioua nelle fata dar dicozzo ?
     cerbero uoſtro ſeben uericorda
     ne porta ancor pelato ilmento elgozzo
Poi ſiriuolſe perlaſtrada lorda100
     et non fe matto anoi mafe ſembiante
     duomcui altra cura ſtringa et morda
Che quella dicolui che glie dauanto
     et noi mouemo lipiedi inuerlaterra
     ſicuri appreſſo leparole ſancte105
Dentro lientramo ſenza alcuna guerra
     et io cauea dereguardar diſſio
     la condition che tal forteza ſerra
Comio fui dentro locchi intorno inuio
     et ueggio adogni man grande conpagna110
     piena diduolo e ditormento rio
Si come adarli oue rodano ſtagna
     ſi come apola preſſo delcarnaro
     chitalia chiude et ſuoi termini bagna