Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/67

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Et egli annoi oanime che giunte ocoran ili
     ſiete aueder loſtratio diſhoneſto140
     chalemie fronde ſi dame diſgiunte
Raccogletele alpie deltriſto ceſto
     io fui dellacipta che nelbattiſta
     matol primo padrone ondei perqueſto
Sempre con larte ſua lafara triſta145
     et ſe non foſſe chen fulpaſſo darno
     rimane ancor dilui alcuna uiſta
Quei ciptadini che poi larifondarno
     ſoural cener che datila rimaſe
     aurebber fatto lauorar indarno150
Io fei giubbette ame dellemie caſe



Canto xiiii oue tracta delaq̃litade delterzo girone contento nelſeptimo circulo. Et qui ſipuniſcono coloro che fāno forza nella de itade negando et beſtemmiando quella. Et
nomina qui ſpecialmente ilre cãpaneo ſcelle ratiſſimo inqueſto peccato

PP
Oi che lacarita delnatio locho

miſtrinſe raunai lefronde ſparte
et rendele acolui chera gia fiocho
Indi uenimo alfine oue ſiparte
     loſecondo giron dalterzo et doue5
     ſi uedide iuſtitia orribil arte
Aben manifeſtar lecoſe noue
     dico carrivamo aduna landa
     che dalluo letto ogni pianta rimoue