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Il coordinamento è necessario sia all’interno di ciascuno di questi tre settori sia tra l’uno e l’altro di essi.»1
Anche in ambito italiano sono stati prodotti alcuni interessanti documenti in tema di interoperabilità, specialmente in un senso strettamente connesso al mondo della pubblica amministrazione digitale.2
A livello nazionale, si segnala fra tutti il numero 38 dei “Quaderni” a cura del CNIPA intitolato “Linee guida allo sviluppo di software riusabile multiuso nella Pubblica Amministrazione”3, dove l’interoperabilità viene definita come segue:
«La capacità di un sistema software di interagire con uno o più sistemi specificati, scambiando dati mediante un determinato insieme di funzionalità. I dati scambiati sono definiti da un formato standard accettato dai sistemi che interagiscono tra loro e la comunicazione avviene tramite un protocollo concordato.»4 |
- ↑ www.aiccre.it/pdf/COM%20Interoperabilit%C3%A0.pdf
- ↑ Si veda la raccolta presente sul sito del CNIPA alla pagina www.cnipa.gov.it/site/itit/La_Documentazione/Pubblicazioni/.
- ↑ II documento è disponibile on-line all’indirizzo www.cnipa.gov.it/html/docs/cnipa_quad_38_int_a.pdf
- ↑ Subito dopo, il documento si preoccupa anche di fornire alcuni indicatori quantitativi per la misurazione del livello di interoperabilità. «L’interoperabilità è misurabile considerando gli altri sistemi software noti con i quali il sistema in sviluppo deve poter dialogare, e i relativi formati di scambio dati e protocolli. Le principali metriche applicabili alla misura della interoperabilità sono le seguenti. 1. Sia B il numero dei formati dei dati dei sistemi software con i quali l’applicazione deve poter scambiare dati; sia A il numero dei formati dei dati correttamente implementati (ovvero che abbiano superato i relativi test] all’interno dell’applicazione. La proporzione A/B misura l’interoperabilità rispetto al formato dei dati. I valori ammissibili variano tra 0 ed 1, che rappresenta il valore desiderabile. 2. Sia B il numero dei protocolli di comunicazione dei sistemi software con i quali l’applicazione deve poter colloquiare; sia A il numero dei protocolli di comunicazione correttamente implementati (ovvero che abbiano superato i relativi test) all’interno dell’applicazione. La proporzione A/B misura l’interoperabilità rispetto ai protocolli di comunicazione. I valori ammissibili variano tra 0 ed 1 che rappresenta il valore desiderabile.»