Pagina:Alla-memoria-di-Pio-7.-Pontefice-Massimo-tributo-di-Quirico-Viviani.djvu/13

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pareva che l’avidità di arricchire sè ed i suoi stesse nella istituzion del papato. A smentire sì fatta asserzione venne Pio VII, provando con l’opra, che gli abusi della corte romana, introdotti ne’ secoli barbari, procedevan dall’uomo e non dalla dignità, e volle la Providenza che egli uomo facesse conoscere come quello fosse veracemente il seggio, da cui più che da qualunque altro luogo aprivasi il tesoro della beneficenza, e dove un principe pontefice nulla per se ricoglieva, tutto sovra gli altri versava.

Or qui di un modo comune io mi gioverei certamente, se trar volessi partito da una rettorica figura colla mira di abbellire il discorso. Indarno io lo vanterei benefico fra i suoi sudditi, invan fra i cattolici, invano fra gli uomini; milioni di genti, mentre io scrivo, con incessabil voce il proclamano. Io non pertanto ripeterò le brevi parole di cert’uomo che più non vive, il quale nella selva delle vane fantasie lungamente aggirandosi, immemore dell’alto ufizio che nella umana società era destinato a compire, andò errando in regione longinqua, ed ivi tutta la sua sostanza lussureggiando con-