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LA SCUOLA DI CAVALLERIA
Bella signorina che, a quanto pare, finirà con legarsi per la vita e per il vitino a un ufficiale di cavalleria, e sarà punta a suo tempo, come molt’altre, dal sottilissimo acúleo della gelosia retrospettiva, non si dimentichi, quando vorrà strappar le confessioni a suo marito, di domandargli conto dei suoi amori o del suo amore di Pinerolo, perchè uno almeno ci dev’essere stato, come è certo che splende il sole. E s’egli negherà, ed ella insista, assalendolo risoluta, come se fosse sicura del fatto suo. Ma non avrà bisogno di ricordarsi dei miei consigli maligni, poichè sarà condotta al sospetto da altre voci e per altre vie. E già mi par di vederla e d’udirla, accesa nel viso, sfoderar la sua requisitoria coniugale con quella esagerazione amenissima, che rende così cara, anche a chi ne è vittima, l’eloquenza d’una donnina sdegnata. — Se si può negare! Ma se siete stati innamorati tutti, in quell’anno, che è una regola, un articolo sottinteso del regolamento. No? Non