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380 | alle porte d'italia |
fiori, e qualche lagrima verginale cade a terra, e qualche sospiro paterno s’alza al cielo. Ma ecco, al cader delle foglie, altri elmi, altri colbac, altri blasoni, e nuovi baietti e morelli e saurini, e allora i sogni ricominciano, e i fiori rispuntano. Ma il raggio degli occhi azzurri penetra qualche volta così addentro sotto alla divisa del cavaliere, che il no dei parenti lontani non gli fa che inasprir la ferita, e terminato a un tempo il celibato e la scuola, egli porta via in groppa la sua subalpina; e allora la città, che commentò per un anno tutte le vicende del romanzo cavalleresco, applaude alla chiusa felice come alla carriera finale d’un torneo, mentre la Maldicenza cancella due nomi dal registro giallo, scrivendoci sopra — Saldato.
E si va aggiungendo in tal modo qualche filo di seta ai vecchi e forti legami che stringono la Scuola a Pinerolo; la quale dimostrò nobilmente l’animo suo, tre anni sono, piangendo come una sventura cittadina la morte del bravo ufficiale, che era ai suoi occhi quasi l’immagine vivente di quell’istituto. Egli era stato un mirabile esempio del come la rettitudine dell’animo e l’adempimento amoroso e costante dei propri doveri possano accumulare per sè soli sopra un uomo modesto ed oscuro tanta simpatia, tanta onorabilità, da confondersi quasi con la gloria. Nato di famiglia povera, aveva cominciato la sua vita militare a sedici anni, trombettiere nei Cavalleggeri di Saluzzo; ed era entrato sergente istruttore d’equitazione, poco più che ventenne, alla Scuola; nella quale, esercitando sempre lo stesso ufficio, aveva rag-