Pagina:Alle porte d'Italia.djvu/407

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dal bastione malicy 393

tuti si vendicano azzeccando dei pizzicotti da intaccar la pelle ai rinoceronti. Poi s’acquetano, e s’appoggiano al muricciolo; discorrono lungamente; la ragazza con gli occhi bassi, facendo scorrere tra le dita l’orlo del grembiale nero; lui, coi gomiti appuntati, in atto d’adorazione; e s’indovina dalle risa dell’uno e dall’occhiate di rimprovero e dai rossori dell’altra, le scioccherie grasse e i complimentacci impertinenti.... coi quali ricomincian gli assalti e le ventagliate.... fin che la ragazza alza gli occhi al terrazzo; e allora restan là, due statue di sale, in un atteggiamento così miserevole, che mi sento preso da paterna pietà, e rientro rapidamente nel mio casotto, come un grosso automa d’orologio.



Passano anche delle coppie coniugali, borghesi, belline; per metà, s’intende; e scordan quasi tutte, anche queste, di guardarsi dal bastione di Malicy. Una signora fa quattro passi di polka; un’altra si stacca dal braccio del marito per contraffare l’andatura d’un’amica grassa. Sento dei frammenti di diverbio, delle botte e risposte secche, di quelle che fan fare i lucciconi alla signora, e mangiare il sigaro all’altro. — Hai torto, hai torto, hai torto. — Oppure: — Questa non la spunti, sai, Giorgetta! Tientelo a mente. — Delle coppie vanno per un tratto divise, l’uno a destra e l’altro a sinistra della strada, sbadigliando, e guardando da due parti opposte, con tutta l’aria d’esser mortalmente