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IL COLLE DELL’ASSIETTA


I.

Una bella festa seguita da una gita allegra — Alle Freisse di sopra — L’attendamento ed il bivacco — La fame rende feroci — Gli ufficiali delle compagnie alpine — Hurrah! — Scene infernali illuminate a magnesio — Alla Belle étoile! — Il canto della notte — Gli ultimi al fuoco.

Il sei luglio 4873 fu per la sezione di Susa del C. A. I. un bel giorno di festa. Il Padre Denza, s’era ivi recato ad inaugurare il suo XXVII Osservatorio Meteorologico.

A questa solennità — cortesemente invitali dagli alpinisti di Susa — avevano preso parte il presidente centrale del Club Alpino, avv. cav. Orazio Spanna ed il segretario dott. Martino Baretti. — Rappresentavano poi, la sede di Sondrio, l’avv. De-Fontana; quella di Varallo, il capitano Edoardo Crolla; e la Società Alpina del Trentino, il capitano Oreste Baratieri. — Anch’io vi ero intervenuto quale rappresentante la sezione di Biella.

11 Presidente della sede di Susa, comm. Chiarie, coadiuvato dal segretario, avv. Hermil e da tutti i soci, s’era proposto di onorare gli invitati in tutte le maniere. Prima del pranzo, vi furono vari discorsi tutti sulla meteorologia. Poi si fece visita all’Osservatorio, diretto dal signor Chiapusso, finalmente 2V Hotel de Fr ance, ove ci fu offerto un lauto pranzo seguito da lunghi brindisi e discorsi, e da una colletta a favore dei danneggiati pel terremoto di Belluno.

Il capitano Baratieri, che parlò a nome di una povera provincia italiana separata dall’Italia i cui alpinisti ci mandavano una fraterna stretta di mano, s’ebbe applausi vivissimi cordiali abbracciamenti....

Ma non eravamo che alla prima parte della festa. Si doveva l’istessa sera partire per la montagna, tutti indirizzati allo storico Colle dell’Assietta.

Verso le 5, il segretario Hermil, scuotendo un campanello, si aggrappò intorno quelli fra i soci del Club Alpino che volevano dar saggio di essere alpinisti.

Fra questi, v’erano quasi tutti gli ufficiali delle compagnie alpine che risiedono a Susa e ad Oulx.

S’intuonò il canto della partenza ed a passo di carica attraversammo la città ed uscimmo all’aperto.

Erano le sei ed il sole, ancora splendentissimo, volgeva lento e grave al tramonto. Io era a braccetto col caro Hermil e questi davami la lieta notizia che il geometra