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102 | amleto |
nunziare che i suoi ordini furono eseguiti, che Rosencrantz e Guildenstern più non vivono. Or chi ne ringrazierà?
- ORAZIO.
- Non egli certo, quando pur vivesse. Egli non die’ mai il comando della loro morte. Ma dacché siete giunti voi dalle guerre della Polonia e voi dall’Inghilterra, e ci sorprendete in mezzo a questi sanguinosi avvenimenti, vogliate ordinare che questi corpi siano esposti solennemente agli sguardi di tutti, e concedete ch’io narri al popolo. che lo ignora, come essi accaddero. Udirete allora il racconto di atti incestuosi, crudeli, ferocissimi; casi provvidenziali, uccisioni involontarie, perfide morti e insidie scellerate che ricadono sui loro autori. Tutto ciò vi narrerò.
- FORTEBRACCIO.
- Affrettiamoci ad udirlo; e siano convocati tutti i grandi per tal racconto. Per me accetto con dolore i doni della fortuna; ho dei diritti alla riconoscenza di questo regno e l’occasione è propizia a farli valere.
- ORAZIO.
- Di ciò pure tirò menzione e dovrò offrirvi un voto che ne attirerà molti altri. Ma andiamo, mentre gli animi sono tuttavia compresi da questi fatti; non indugiamo sino che novelle trame non vengano a partorire nuove disgrazie.
- FORTEBRACCIO.
- Quattro capitani rechino Amleto, come si addice ad un guerriero, sopra un letto di gala, perché è probabile che se fosse vissuto ei sarebbe stato un gran re; nel suo passaggio la musica intuoni i suoi inni, e gli siano renduti tutti gli onori della guerra. Sollevate il suo corpo. Questo spettacolo converrebbe in un campo di battaglia; contrista il vederlo qui. Andate e ordinate ai soldati di far fuoco. (Marcia funebre. Escono a passi solenni; poi si ode una scarica di moschetti.)
fine.