Pagina:Amleto (Rusconi).djvu/22

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atto primo. 21
crescere la natura non isviluppa soltanto i muscoli e il volume del corpo, ma a grado a grado che quel tempio si allarga, il servizio interno della mente e dell’anima si estende. Forse, egli ora vi ama; e ora nessuna macchia, nessuna frode offusca la virtù della sua volontà; ma dovete temere, considerando l’altezza del suo grado, che la sua volonta non gli appartenga. avvegnachè egli stesso sia soggetto alla propria nascita, ne possa, come persona volgare, provvedere da se al proprio avvenire. Dalla sua scelta dipendono la salute e il benessere di tutto il regno; e quindi tale scelta deve essere sottomessa al voto ed all’approvazione di quel corpo di cui egli è i1 capo. Se dice dunque di amarvi. spetterà alla vostra saviezza il credergli solo tanto quanto è compatibile per lui di dar vita ad una tale dichiarazione, cioè non di più di quello che consenta la Danimarca. Ora pensate quale discapito potrebbe risentire il vostro onore se prestaste orecchio troppo credulo ai suoi discorsi armoniosi, se perdeste il vostro cuore o dischiudeste il tesoro della vostra castità alle sue impronte voglie. Tremane, Ofelia, tremane, mia cara sorella, e tienti in salvo dalla sua affezione, lungi dai colpi e dai pericoli del desiderio. Una fanciulla cauta è abbastanza prodiga di sè quando scopre la sua bellezza ai raggi dell’astro notturno, nè la virtù si sottrae agli assalti della calunnia. Il verme rode spesso i fiori della primavera prima che si siano aperti i loro bottoni; ed è nel mattino della giovinezza, nell’ora delle dolci rugiade, che i contagi sono più frequenti. Sii dunque cauta; la miglior protezione è posta nella tema del pericolo; la gioventù diviene nemica di sé medesima quando non ha altri nemici vicini.
OFELIA.
Farò tesoro di questi savi precetti, e li custodirò gelosamente nel cuore; ma, mio buon fratello, non fate come certi sacerdoti senza virtù, non mi mostrate la strada aspra e spinosa che guida al cielo, mentre, come ebbri, senza fede e senza pensiero dell’avvenire, camminano essi stessi nella via fiorita del diletto, non avendo in conto alcuno i propri ammonimenti.
LAERTE.
Oh non temete per me. Ma io indugio troppo; ah ecco mio padre. (Entra Polonio.) Una doppia benedizione è una doppia grazia; l’occasione mi sorride per ottenere un secondo congedo
POLONIO.
Ancora qui, Laerte! Vergogna, a bordo! a bordo! il vento gonfia le tue vele, e sei aspettato. La mia benedizione sia con te! (posando una mano sulla testa a Laerte) e incidi nella tua memoria questi pochi precetti. Non dar voce ai tuoi pensieri, nè tradurne alcuno in atto che non sia ben maturato. Sii affabile, ma non