Pagina:Amleto (Rusconi).djvu/60

Da Wikisource.

atto terzo. 59


ORAZIO.
Avreste potuto fare la rima.1
AMLETO.
Oh! buon Orazio ormai avrò le parole dello Spettro in conto di vangelo.2 Vedesti?
ORAZIO.
Assai bene. signore.
AMLETO.
Allorchè si parlò di avvelenamento...
ORAZIO.
L’osservai con attenzione.
AMLETO.
Ah, ah! Venga un po’ di musica vengano i suonatori. «Perocchè se al Re non talenta la commedia, egli è, pel cielo che non gli talenta.» (Entrano Resenerantz e Guildenstern.) Un po’ di musica, olà!
GUILDENSTERN.
Mio buon signore, mi concedete di dirvi una parola?
AMLETO.
Signore, anche un’intera istoria.
GUILDENSTERN.
Il Re, signore.
AMLETO.
Oh! che abbiamo di lui?
GUILDENSTEILN.
Si è ritirato nel suo appartamento, ed è molto alterato.
AMLETO.
Dal vino, signore?
GUILDENSTERN.
No, signore, piuttosto dalla collera.
AMLETO.
Mostrereste più senno andando a dirlo al dottore; perocché la cura ch’io potrei indicargli lo farebbe forse adirare sempre di più.
GUILORESTERN.
Mio buon principe, date un po’ di sesto ai vostri discorsi, e non deviate cosi bizzarramente dal soggetto.
AMLETO.
Son mogio, signore, dite.
GUILDENSTERN.
La regina, vostra madre, mi ha mandato a voi nella più grande afflizione dello spirito
AMLETO.
Siete il benvenuto.
GOILDENSTERN.
No, mio buon signore, questa cortesia non è di buona lega. Se vi piace di darmi una sana risposta, adempirò al comando della vostra genitrice; se no, me ne tornerò col vostro perdono, e il negozio sarà finito.
AMLETO.
Signore, non posso.
GUILDENSTERN.
Che cosa, principe?
AMLETO.
Darvi una sana risposta: la mia mente è malata. Però potrete disporre di quelle risposte ch’io sarò in grado di dare; o meglio, come dite, potrà disporne mia madre: quindi veniamo al fatto senz'altro. Mia madre, voi accennavate...
ROSENCRANTZ.
Dice che la vostra condotta l’ha immersa nella meraviglia e nello stupore.
AMLETO.
Oh meraviglioso figlio che può far così meravigliare una madre! — Ma non vi è uno strascico ai piedi di questo stupore materno?
  1. Cioè chiudere con A very very ASS (asino) per far rima con (illegibile)
  2. Le reputerò del valore di mille lire sterline