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106 | guerino. |
que’ del paese, dove il fiume Doanas entra nel mare Indo, erano uomini d’un sol occhio nel petto, perchè in capo non ne hanno, e peloso il viso e tutto il corpo; traluce loro il pelo come oro. E’ corrono molto forte, poichè hanno quattro gambe come i cavalli. Questi uomini il più del tempo stanno in acqua. Molte altre cose intese da loro il Meschino, che più non fa di ricordare, e per cui fecesi insegnare altra via per passare il mare Indus, dove abitano molti popoli cristiani, saraceni e pagani, e vi sono infinite città belle, ma gli uomini tutti negri pei gran caldi che vi regnano.
Partiti da questa città, e lasciato il mare Indo verso levante, presero il cammino giù pel fiume Arancurea, il quale nasce da una montagna domestica dell’Arabia felice.
In sette giornate giunsero a Frigarica, città ben popolata d’uomini negri di bella statura, tutti cristiani e buoni mercanti. Quasi tutti gli abitanti di questa regione sono cristiani della cintura, ed in parte cristiani del fuoco. Partito il Meschino di Frigarica, andò ad una città d’una regione molto grande, appartenente all’India, chiamata Tigliafa, da cui tutto il regno riceve il nome. Que’ di Tigliafa vivono a popolo, e tutti sono cristiani, come di sopra è detto, per lo che quando udirono che essi pure erano cristiani, fecero loro tanto onore che lingua umana nol potrebbe dire. Si rallegrarono poi molto conoscendo all’abito esser uomini avvezzi alla guerra e ben armati, conciossiachè quella gente avesse in quel tempo intrapresa una gran guerra coi Saraceni, i quali si erano a loro ribellati.