Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/170

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124 guerino.

«O gentiluomo, voi mi avete accusato di bugia, ed io vi sfido in battaglia, e per forza d’arme vi proverò che quel che ho detto è la verità». Il barone rispose con isdegno che egli non avrebbe combattuto con un ubbriacone, e di sì vil condizione, e disse perciò ad un suo servo; «Piglia il guanto, e combatterai tu con lui». Il Meschino nol lasciò torre, e gli impose che il togliesse ei medesimo come principale, il quale dovette a ciò ubbidire. L’Almansore comandò che in quel proprio dì fossero eglino armati, e diede ordine a’ siniscalchi che in piazza fosse ordinata la battaglia. Di questa battaglia per suo onore fu il Meschino più allegro, che se avesse acquistata la signoria di venti città. Confortato dall’Almansore a non temere nè oltraggio nè torto alcuno, e condotto da un siniscalco nella sua stanza, questi mandò subito pel suo cavallo e per le sue armi, e con altri gentiluomini, che erano lì, l’aiutò poi ad armarsi. In questo tempo giunse uno da parte dell’Almansore, dicendo che in piazza era apparecchiato il luogo di combattere, e che l’Almansore parlando coll’argalifo diceva che Tenaur aveva troppo parlato male, e che aveva fatto vergogna alla corona. Alle quali parole il Meschino si rallegrò molto, veggendo come Tenaur fosse poco ben voluto; e come fu armato venne sulla piazza accompagnato da cinquecento armati.

Quando il Meschino giunse nella piazza, vide l’argalifo e l’Almansore ad un balcone grande del palazzo per vedere la battaglia. Poco stette che giunse in piazza Tenaur con grande moltitudine d’armati. Ciascheduna parte stava dal suo lato della piazza, e dato il segno, il siniscalco disse al Meschino: «Combatti francamente che tu sei alla mia guardia». Quindi si mossero colle lancie in mano, e si diedero due sì gran colpi, che i cavalli furono per cadere, e ruppero le lancie; pure Tenaur ebbe la peggio per sè. Il Meschino essendosi volto colla spada, vide il suo avversario molto spaventato. L’Almansore e l’argalifo quando videro il Meschino ritornare alla zuffa con tanto animo, dissero questo essere miracolo fatto per lo dio Apollo, e perchè egli era stato agli Alberi del Sole. Quando il Meschino trasse la spada, pregò Dio che gli desse vittoria e grazia di ritrovar suo padre, e andando contro Tenaur, questi gridò al Meschi-