Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/230

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dia grazia di trovar di che gente son nato, poi che io son due volte battezzato». Da poi che fu partito da Dragonda con questa compagnia, andarono per molti dì passando molti castelli e villaggi, e tutta la gente, per dove passava, veniva per vederlo, per la gran nominanza della guerra, che aveva vinta contra i Cinamoni. E cavalcando molti dì giunse dove il fiume Stapar si divide in due parti, l’una che corre verso il mar della Rena, detto fiume Duro, l’altra chiamato Nilo. Passarono sull’isola Mercon, dove vide quattro belle città, la prima detta Darone, la seconda Esser, la terza Magombo, la quarta Maor. E gran piacere ebbe di vedere tante belle città e castelli, e tutta l’isola piena di ricchi casamenti. Partito che fu di questa regione, ed isola venne nel gran paese detto Alfanili, e vide la città di Coson, e andarono per il Mar Rosso dandosi gran piacere. Di là andando verso Egitto giunsero alla gran montagna chiamata da loro Cimasor che gli Egizii la chiamano Camerata, dove son le porte di ferro, e passa il fiume Nilo per mezzo di queste montagne. Volle il Meschino veder queste porte, e mai non vide le più forti cose. Eravi un muro grandissimo di pietre, dove il fiume passa queste montagne per il mezzo, e capita in Egitto. Questo muro è di larghezza cento braccia, e alto ottanta; d’ogni lato ha una fortezza su la montagna tanto terribilmente forte, che molto si maravigliò; e sopra il monte verso l’India è un muro fortissimo con cinquanta torri, cioè venti di sopra e trenta verso l’Egitto. Il muro grosso ch’è fondato nel fiume, è lungo per traverso duemila braccia, ha bocche grandissime dove passa l’acqua del Nilo, e queste bocche son saracinesche grandi da mandar giusto per modo, che non potria venir l’acqua in Egitto. Dimandò il Meschino: «Serrate le bocche dove si spanderebbe l’acqua del Nilo?» Gli fu risposto, che andrebbe alle montagne del mar Rosso, e parte ne andrebbe nel mar del Sabbione verso ponente di Libia. E tutto l’Egitto, che son settantadue i rami, perirebbe per l’acqua; e quindi lì non piove mai, e due volte all’anno questo fiume bagna tutte le terre loro. Per questa paura d’inondazione danno gran tributo al prete Janni. E qui lasciò la compagnia, salvo che abbisognò di due sole guide, ch’ei menò seco. Per due giornate sempre