Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/244

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dì ti ho tenuto il più savio re d’Egitto; ma ora non mi sembri quello che ti tenea, conciossiachè ne’ tuoi giudizi ti ho trovato indiscreto; scrivendo non di ragione che giudicassimo costui ai pastori, e che non conosci i fatti di questo nobile cavaliere. Oh che stoltizia è a non conoscer lui non aver atto da ladrone! e più fallasti a ritenerlo in prigione: ma de’ pastori e bestiami qualunque è il migliore di loro è un ladrone». E volto al Meschino dimandogli come egli aveva nome: ei rispose: — Guerino;» ed era loro attorno gran quantità di gente, e molti re e signori, ed in presenza di tutti il Soldano si fece dare un pezzo d’asta, voltossi verso Guerino, e disse: — Guerino, per parte degli Dei d’Egitto e di tutti noi, ti faccio capitano generale di tutta la nostra gente da piè e da cavallo, e appresso a me il secondo signore, e chi non ti ubbidirà sarà fuori della mia grazia, e per segnale ti dono questo anello del mio figliuolo, dicendo: Tristo colui che non ti sarà obbediente, sia chi si voglia». E come fu restato di parlare, si levò un gran rumore fra la gente, dicendo tutti: — Capitano, capitano!» ed andarono le grida grandi dal campo fino in Babilonia, e di voce in voce.

Ricevuto Guerino il grande officio, rendè molte grazie al Soldano, e con gran riverenza disse: — Signore, io non son degno di tanto onore». Andò poi verso la città del Cairo, e penò due dì a passare il ponte che passa per mezzo fra il Cairo e Babilonia sopra il gran fiume Nilo, ed accampossi di fuori. Il Meschino dimandò a certi degni di fede, quanto era grande il Cairo, i quali dissero della grandezza non saperne, ma ben sapere delle entrate, che ne ha il Soldano, e il numero della gente da portar arme che dentro al Cairo eran quattrocento migliaia d’uomini e altrettanti d’intorno alle mura appresso al Cairo, non contando Babilonia che ne ha tanti di là dal fiume verso Asia; ma veramente parve al Meschino tutta gente da poco, gente rozza, disonesta. Non attendono se non a lussuria, di ogni trista condizione, con poca regola, e pochi sono che vivano bene e onestamente. Poi, passato il ponte, stettero tre dì in Babilonia, dove si ridussero tutti i signori e gentiluomini, e non potè comprendere il Meschino la grandezza di Babilonia, ma poi vide la città di Parigi in Francia, grande come Babilonia. Era in Babi-