Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/269

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capitolo xxi. 201

fatto a’ miei nemici che voi in cortesia veniate a riposarvi in quel castello, e in questo mezzo passata questa furia de’ villani, potrete andare più sicuri, e avrete qualche buona guida». Il Meschino dubitò d’andare, e dubitando per il cammino, disse: — Noi siamo cristiani. — Di questo sono io più allegro, rispose, perchè di voi mi potrò fidare contra il mio nemico», e per il suo sacramento si fidarono di andare in sua compagnia verso il primo castello chiamalo Caltos.

Benchè Artilafo li avesse affidati per sacramento, messer Dionino pure dubitava; ma il Meschino lo confortò tanto, che si assicurò. Entrarono nel castello dove stettero tre giorni, e dovevano partirsi la quarta mattina. Ma la notte vegnente si levò il rumore per il castello, perchè i nemici vi si erano accampati di fuora, e quando fu giorno videro le loro bandiere, e già erano accampati d’intorno più di ventimila Saraceni, ed era il loro signore Almonido, il quale mandò un trombetta dimandando qual era il Meschino. Il Meschino si volse, e rispose: «Io sono quello»; egli disse: — Il mio signore ti manda a dire che per il salvocondotto del Soldano ti vuol lasciar andare, che tu certo sarai sicuro, e che tu venga con me: da oggi in là non ti fidare se non della morte». Disse il Meschino: — Come sa il tuo signore che io abbia nome Guerino?» Rispose colui: — Per l’interprete che era teco». Allora messer Dionino rispose, e disse: — Nobil cavaliere, domanda che vuol fare di me», ei rispose a messer Dionino: — Credete ch’io voglia campar senza voi, credete voi che Artilafo il qual ci diede soccorso, voglia senza merito lasciarmi?» E voltosi, disse: — Torna al tuo signore, e digli da mia parte che il Meschino non si vuol partire di questo paese se prima non rende le terre ad Artilafo, che gli ha tolte Almonido». Il messo rispose: — Io tornerò da lui, ma voi avete preso mal consiglio». Artilafo tremava di paura che il Meschino non si partisse, e parlando con il Meschino e con messer Dionino, disse: — Ad ogni modo io son disfatto». Disse il Meschino: — Non dubitate, e tenete qual fede che vi piace», ed andò con lui vedendo le mura, e com’era forte il castello. E benchè tutte le terre di Affrica e di Libia sieno di terra, nondimeno il castello era forte. Ordinate le guardie da ogni