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me?» Il Meschino glielo disse, ed Artilaro rispose: — Dunque sei tu quello che uccise mio fratello Almonido?» Guerino disse: — Se io uccisi tuo fratello, non l’uccisi a tradimento, ma combattendo a corpo a corpo, e proprio l’uccisi qui dove tu sei col tuo cavallo, e così ho speranza di fare a te». Artilaro disse: — Io non vo’ fare così a te, ma per Maometto ho giurato di far mangiar il corpo tuo da’ cani per vendetta di mio fratello, e come traditore. Dopo presero del campo e con le lancie si percossero. Artilaro aveva sotto un alfano molto grande e forte, ma andò per terra, Guerino ruppe le cinghie e pettorali, e con tutta la sella andò per terra, cosicchè non si potò giudicare qual avesse vantaggio. Levati in piedi, Artilaro prese un bastone ch’aveva attaccato all’arcione della sella con tre catene, e verso Guerino si mosse bestemmiando gli dèi. Guerino trasse la spada, e verso il Moro andò, raccomandandosi a Dio, credendosi combattere per la giustizia, e temperato e paziente facendo forte l’animo a sè stesso, e provvidentemente con amore del prossimo sperando vittoria.

Con questa virtù andò contra il nemico con la spada in mano. Nel giungere Artilaro menò un colpo di bastone su l’elmo al Guerino, che se l’avesse giunto, tutto lo avrebbe spezzato; ma il Meschino ch’era destro, si tirò da parte, e il colpo giunse a terra. Il Meschino gli menò un colpo traverso il collo, e credette torgli la testa dal busto, perchè era chinato; il pagano se ne avvide, ed adirato con furia gittò via lo scudo, e a due mani prese il bastone e menò un gran colpo al Meschino. Il Meschino pian piano destramente molti colpi schivava, e vedendo Artilaro non l’avere ancora danneggiato, pensò di ingannarlo. Ancora non gli aveva dato il Meschino se non un colpo con la spada, ed Artilaro prese a due mani il bastone, e fece vista di menare. Il Meschino fuggì da parte credendo che il menasse: Artilaro allora menò, e il giunse sopra l’elmo. Il Meschino conobbe non poter schivare, e con l’animo a tre modi riparò questo colpo: l’uno ch’ei si strinse sotto l’elmo, sicchè l’elmo si riposò su le spalle; l’altra, che alzò lo scudo; e l’altra, che pose la spada sotto il bastone, e fu sì gran colpo che il bastone gli cadde di mano, e diede sulla cima