Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/36

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del palazzo a vedere, e come si faceva un colpo, si mordeva le mani, grandemente sospirando. Alessandro il vide, e pose mente a quello ch’egli faceva, e pianamente venutogli dietro stette ad udir quello che diceva. Intanto il Meschino disse fra sè: — Ahimè lasso dolente!» e dettesi delle mani sul volto. Allora gli disse Alessandro: — Che hai? sei tu pazzo?» Il Meschino si volse, e disse: — Signor Alessandro, non ho io cagione di lamentarmi della mia fortuna a non saper chi sia mio padre, non potendo per questa cagione entrare nella giostra?». Alessandro non gli rispose, ma preselo per la mano, e menollo con lui in una camera segreta, e gli disse alquanto villania perchè così si disperava: «Considerando tu essere dal mio padre e da me tanto amato»; e promisegli, che mai non lo abbandonerebbe, e se egli volesse alcuna cosa domandasse. Il Meschino gli rispose: — O mio signore Alessandro, che mi varrebbe il domandar, se quello che vorrei, non può essere concesso, perciocchè il bando del vostro padre me lo vieta? chè la grazia ch’io vorrei, sarebbe una buona armatura e un buon cavallo, e poter secretamente entrare in questa giostra. — Taci, matto, rispose Alessandro, che ci son venuti baroni, de’ quali ognuno vincerebbe venti di noi». Rispose il Meschino: — Ora fossi io armato, che mi sento da tanto, che questo onore sarebbe mio».

Quando Alessandro vide il grande animo del Meschino, dissegli cortesemente: — Per questo non ti turbare, chè per mia fede, se il cuore ti dice d’aver onore, io ti armerò di fortissime armi secretamente colle mie mani, e metterotti fuori pel giardino del palazzo; ma guarda come tu fai, che il mio padre nol sappia, e portami onore; partiti dalla piazza presto che tu non sia conosciuto, quindi tornerai qui al giardino». Il Meschino così promise di fare. Allora si trovò molto allegro, ed essendo ora da mangiare tornò in sala, dove l’imperatore si pose a tavola coll’imperatrice e molte dame. Quella mattina il Meschino servì ad Elisena con molta allegria, onde Elisena il dileggiava motteggiando e ragionando con altre dame di lui. Alcune di esse dicevano: — Egli è

    milites mediæ nobilitatis. I bassi cavalieri, quantunque ricchi, non potevano innalzare bandiera, per mancanza d’un numero sufficiente di vassalli.