Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/383

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capitolo xxxviii. 295

grande affetto; la sera cenarono insieme, ed essendo con loro a cena, certi Turchi, che stavano in corte, riconobbero Alessandro, e quando furono andati a dormire, i primi due tornarono a Baranif e gli dimandarono se li voleva pigliare e farli uccidere». Disse Baranif: — «Questi sono due valenti cavalieri difensori della legge di Maometto contra i Cristiani, e se uccisero i miei servitori, fecero come valenti cavalieri, perchè voi li volevate rubare». — Ed essendo in questo ragionamento giunsero i due Turchi in casa di Baranif, e gli dissero come uno di quelli era Alessandro di Costantinopoli; «e l’altro crediamo che sia il Meschino, e vanno vedendo questi paesi per tornare poi tra i Cristiani e far gran gente e venire a pigliare tutti questi paesi; voi sapete che hanno riacquistato tutta la Grecia, ed hanno ucciso il vostro amico e parente Astiladoro e i suoi figliuoli, e quanto onore vi sarà se voi ne fate vendetta!» Quando Baranif intese questo, fu molto allegro; la notte fece armare quattrocento persone, e venne alla camera del Meschino con gran lumi e gittato l’uscio in terra entrarono dentro. Il Guerino con la spada in mano ne uccise cinque, ma egli era nudo e fu alquanto ferito e furono presi ambidue, ed essendo menati su la sala fu dimandato da Baranif come aveano nome, e quelli due ch’erano campati da’ ladroni, diceano loro villania, dicendo: «Voi uccideste i nostri compagni e noi v’impiccheremo con le nostre mani». Disse il Meschino: — «Egli è ben ragione che il ladro appicchi il giusto e in questi cattivi e ladri paesi; che questa legge pare che voi abbiate». Poi disse verso Baranif: — «Noi abbiamo detto chi noi siamo». Allora quei Turchi gridando dissero: — «Tu sei il Meschino, e questi è Alessandro figliuolo dell’imperatore di Costantinopoli». Furono messi in fondo d’una torre, e appena fu dato loro tanti panni da vestire e Baranif tolse tutte le loro armi e cavalli. I due ladri che gli avevano prima insegnati a Baranif, dimandarono grazia di giustiziarli loro stessi per vendetta de’ loro compagni che loro aveano morti e due de’ loro campioni. Fece loro Baranif la grazia e nel seguente dì fece scrivere per tutta Soria e per l’Arabia e a tutti i signori d’Asia, significando quello che era di ragione per far di loro quello che loro piacesse. Tutti risposero di farli morire, e molti signori turchi dimandarono certi membri del Meschino.