Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/390

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gran Soldano era avversiato contro lei, e non la voleva se non morta. Quando il Meschino intese queste parole, disse ai compagni: — Studiamo di cavalcare, e così fecero per due cagioni: l’una perchè la novella di Comopoli non venisse alle orecchie di molti, prima che essi entrassero in Persepoli; la seconda perchè la bella Antinisca non si arrendesse. E domandando il Meschino come avea nome il figliuolo del Soldano, gli fu detto Lionetto; il Meschino ed Alessandro se ne risero di compagnia dicendo: Se noi andiamo dentro a salvamento, la cosa andrà bene da Meschino a Meschino. Questo proverbio avevano inventato que’ di Persia, per la guerra che fece contro i Turchi per i Persiani, quando rinfrancò Persepoli ad Antinisca. Essendo essi appresso alla città di Persepoli una giornata, alloggiarono a un castello chiamato Siro, il quale era molto bello, e quivi seppero il grande assedio che vi era, e come vi erano cento mila Persiani con l’oste e molti grandi signori, tra i quali vi era Lionetto, Nabucarin da Tunisi, i re di Carabucia e di Perchiano, e il grande Aspirante del regno di Tabiade, e questo era fierissimo in battaglia. Il Meschino avea ucciso un suo zio alla città di Scala, dove gli fu dato moglie per forza, e, poichè non volle acconsentire al vizio della sodomia, fa messo in prigione.