Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
326 | guerino. |
fame abbiamo lasciato nella selva; torna al tuo Signore, e digli per nostra parte che noi gli vogliamo parlare per questa cagione». Il famiglio tornò e recò l’ambasciata. Allora Sinogrante si mosse, ed ei se ne venne verso Artibano ed Alessandro, chiedendogli che cosa volesse. Disse Artibano: «Siete voi il Signore?» Rispose di sì. Artibano disse a lui, come aveva detto al famiglio, e pregollo che gli facesse dare da mangiare. Rispose Sinogrante: «Se voi volete da mangiare e da bere, donatemi uno di questi vostri elmi». Rispose Artibano: «Troppo sei caro oste, noi ti pagheremo di argento e di oro». Disse Sinogrante: «Se volete da mangiare vi conviene acquistarlo con la lancia in mano, se voi mi abbatterete avrete da mangiare e da bere, e se io abbatterò voi vi torrò l’arme e i cavalli, e vi darò prigioni a una damigella la quale è in quel castello, chiamato Selvaggia Rocca, e quella damigella ha nome Diaregina». E detto queste parole si scostò e imbracciò lo scudo e impugnò la lancia.
Vedendo questo Alessandro, disse ad Artibano: «Io voglio esser il primo», e mosso il cavallo venne contra Sinogrante, si diedero due gran colpi, e Alessandro ruppe la lancia, e cadde da cavallo, e i cavalieri di Sinogrante lo menarono dalla damigella la quale lo fece tutto disarmare, e gli dimandò come avea nome. Alessandro le disse: «Io ho nome Alessandro, e cercava da mangiare e da bere». Di questo increbbe alla damigella, e gli fece dar da mangiare e da bere, poi lo fece metter in una camera e fu serrato dentro. In questo mezzo Artibano percosse con la lancia Sinogrante, e ruppegliela addosso. Sinogrante disse: «Cavaliero, tu non hai lancia, io te ne darò una». Rispose Artibano: «L’usanza di cavalleria si è che rotte le lancie si dee dar fine alla battaglia con la spada in mano». — «Per Macometto, disse Sinogrante, che io son contento, ma prima voglio che noi facciamo un altro colpo di lancia». Artibano si contentò, e venuti d’accordo fecero portare due lancie molto grosse, e disse ad Artibano: «Piglia quella che ti piace», e così fece. Si diedero due grandissimi colpi, e il cavallo cadde sotto ad Artibano, e se lo rivolse addosso, ed Artibano fu preso e menato nella rocca e presentato alla damigella