Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/79

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capitolo v. 49

grande desolazione, temendosi che non fosse vicino il perdere la patria e la libertà. I cavalieri cristiani presero grande ardire e forza, ma appena videro il prode giovanetto partir la testa a Fieramonte, e gridar agli altri della sua brigata: «Noi siamo vincitori!» che quattro altri figliuoli del re Astiladoro, Dragone, Brunoro, Tibio e Mursante rovinarono addosso di lui con molta ferocia e rabbia, credendosi potergli dar morte. Quanto mai sia stato terribile questo scontro di quattro contra uno, vorrei poterlo scrivere! Il Meschino ferì al primo tratto Mursante di una punta, che il passò fin di dietro tanto che morto cadde a terra. Gli altri tre dettero tre gran colpi al Meschino, e questi fu quasi per cadere, ma Archilao colla punta della spada percosse Dragone nella gola sì forte che lo passò dall’altro lato. Dragone cadde a terra, e l’anima partissi da lui col sangue che uscia gorgogliando dall’ampia ferita. Tibio dette ad Archilao nella faccia sì forte e terribil colpo, che lo lasciò fortemente ferito, gettatolo da cavallo. Ma il Meschino dette a Tibio sul collo per modo, che gli tagliò la testa dalle spalle. Volle poi andar addosso a Brunoro, ma un cavaliere greco andò verso il cavallo sotto Brunoro; per ciò impedito egli nol potè uccidere. Il Meschino allora voltò in quella parte dove combatteva Alessandro con Manacor. Certi Greci che scorsero in questa parte, tolsero a molti Turchi la vita, e per questo i Turchi furono la maggior parte morti. In questo punto il Meschino vide che Manacor abbracciò Alessandro, e lo avrebbe morto, se egli non fosse stato accorto a buttarsi subito da cavallo, onde presa la spada con una mano tra l’elsa ed il pomolo e l’altro mezzo del taglio, dette a Manacor della punta nel fianco e l’uccise. Alessandro levossi ritto sano e salvo. In questo Archilao, così ferito com’era, soccorse Costantino, che era alle mani con Falisar, e combattendo ambidue animosamente lo uccisero. Mentre che uccidevano Falisar, Tanfirio ferì Costantino di una lancia nel fianco, sì che ogni uomo credette che egli morisse. Fatto Tanfirio quel colpo, uccide due altri cavalieri greci, ed avrebbe egli per sua possanza riacquistato il campo contra i Greci, se il Meschino valoroso non fosse rimontato a cavallo colla spada in mano, facendo man bassa sopra i Turchi. I Turchi erano in tutto rimasti cinque e non più, e de’ Greci diciannove ma tutti feriti. Non v’era più che il fran-


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