è rappresentata una corona d’alloro, accanto a Leto una palma. Esaminato ora l’insieme delle figure di questo lato vi par essere rappresentato il momento, in cui le preparazioni dell’atto sacro son finite, e la libazione per cominciare. Fin qui tutto è chiaro e si possono indicare o i nomi delle diverse figure, o il ciclo di divinità, al quale esse con sicurezza appartengono. Difficilissima al contrario è la spiegazione delle altre figure. Dietro a Leto noi vediamo una figura muliebre incedente verso il lato, dove si trova il tiaso. Essa porta un chitone senza maniche, un imazio ch’ella sta accomodando sull’omero sinistro, due fibbiali attorno al braccio destro ed un monile di perle attorno al collo, e rassomiglia, sì quanto alla figura e sì quanto al vestiario ed all’ornamento, moltissimo alla Tiasotide, che si vede accanto a Bacco. Sarebbe dunque molto opportuno di spiegar essa pure per una Tiasolide. Io non ardisco di giudicare con sicurezza, qual relazione l’artista abbia voluto che vi fosse fra questa figura e le altre, e soltanto per modo d’esempio propongo una maniera, come forse si potrebbe spiegare l’esistenza o l’attitudine di cotesta figura. Forse l’artista volea con essa mettere in relazione fra di loro il gruppo di Bacco con quello d’Apolline, immaginando ch’ella mandata da Bacco con qualche ordine ad Apolline ora ritorni per riportare al dio quel ch’egli voleva sapere. Dinanzi a lei si scorge una figura giovanile con sembianze simili a quelle solite d’Erote, il capo riccamente ornato, sul punto di legarsi i sandali, forse per prendere parte al rito sacro, che dietro a lui è per cominciare. Al di sopra di lui dietro da un colle comparisce Erote, indicato da un’iscrizione, cavalcante un mulo accoppiato ad un altro. Una spiegazione, mercè la quale quest’ultime figure in maniera da ogni lato sod-