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128 ITALIA ARTISTICA


tracciano a pena i contorni scalpellati grossolanamente come in quello di Massenzio che si conserva al museo Torlonia di Roma. Le statue o s’irrigidiscono sempre più come in talune immagini consolari del museo Capitolino, o cercano di stupire con la sproporzione e l’immensità come quel simulacro colossale di Costantino che si conserva nel cortile dei Conservatori in Campidoglio. Oramai la materia è più ricercata del lavoro. Si hanno busti di agata e di porfido, di diaspro o di brecciato su cui appariscono le teste di marmo dagli occhi policromi di uno spaventoso tempio di romolo. (Fot. I. I. d’Arti Grafiche). effetto barbarico. Anche i sarcofagi divengono colossali e perdono le eleganti proporzioni dei modelli primitivi.

Santa Elena — madre dell’imperatore — e santa Costanza sua figlia chiudono i loro corpi dentro enormi arche impiallacciate di porfido su cui sono intagliate rozzamente scene di battaglia, cavalieri in corsa, genietti alati intenti a vendemmiare. Chi poteva desiderare una snella urna di marmo greco, su cui a pena qualche decorazione architettonica metteva una nota d’arte, quando le cave di oriente offrivano al lusso dei parenti i loro marmi preziosi?

E così la forza cedeva ad una preziosità esagerata. Già le dame romane ave-