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102 cesario. — il corredo


Anche dopo che tutti furono rientrati e che Pietro se ne fu andato, Anna restò nell’orto, al buio, passeggiando irrequieta. Andò sino alla china, ove c’era il profumo strano delle notti d’estate, che veniva dalla valle, dai monti lontani; e camminò, camminò, aggirandosi in luoghi che le parevano ignoti e conosciuti, oscuri e luminosi, pieni di misteriose sensazioni miste di gioia e di affanno. Cercava la luce, cercava l’oscurità; e ogni tanto le saliva una bizzarra voce dal cuore, che la costringeva a fermarsi, tutta tremante nel suo vestitino bianco cosparso di margheritine.

— Vorrei esser Richelieu!



Furono comprate le tele, i pizzi, i bordi, il filo da ricamare, i fazzoletti, gli asciugamani, gli strofinacci, e cominciò il lavoro, assiduo, faticoso, deliziosissimo.

Caterina fu messa a far dei merletti e dei tramezzi all’uncinetto. Sulle prime non voleva