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Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/117

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— La mamma? — Isabella parve cercare nella sua memoria. — Ah, già, la mamma, al solito, è di parere contrario.

Baldo osservò storditamente!

— Avrà paura di spendere per gli sponsali.

La madre gli diede un’occhiataccia, perchè non voleva si offendesse in nessun modo Isabella: Isabella però non pensava ad offendersi, anzi ammise che forse era proprio così.

— E anche perchè vuole che io resti tutta la vita con lei, mentre io, se mi sposo con Pietrino, voglio venire a stare qui. A me piace la compagnia.

— Ma bene! Brava, brava.

I fratelli Bilsini la circondarono, l’abbracciarono, le diedero qualche pugno sulle spalle. Bardo la baciò sul collo, e fece sul serio. Giacchè si doveva stare in buona compagnia, tanto valeva profittarne.

Ma lo zio Dionisio sollevò il bastone, come una guardia metropolitana quando vuol fermare la folla.

— Olà, ragazzi, basta. E tu, piccolina, vieni qui che voglio farti una domanda.

Dimmi un poco, tu vuoi bene al nostro Pietro?

Ella cercò ancora nella sua memoria: