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Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/270

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che a lui la notizia: ma egli pareva ormai distaccato dalle cose di questo mondo, libero da ogni vincolo umano.

Morì nella notte, senza più parlare, senza più muoversi, quasi andandosene di nascosto per non dare disturbo a nessuno.

I nipoti ne vegliarono la salma, seduti in fila lungo la parete, sullo sfondo delle loro ombre sonnecchianti: ed Osca si appoggiava al bastone dello zio come ad uno scettro che questi gli avesse lasciato in eredità.


Grigi ed opachi furono i giorni che seguirono. I bambini ed il cane erravano smarriti, in cerca di qualche cosa che non si trovava più; e quando Annalena portò accanto al pozzo, per lavarle, le vesti smesse del vecchio, Tom vi si accucciò accanto, mugolando, poichè le riconosceva dall’odore.

Poi la vita riprese, in apparenza, il suo solito ritmo; anzi i giovani lavoravano con più lena; e Osca, d’un tratto divenuto serio,