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Anno di Cristo CLXXVI. Indizione XIV.
ELEUTERIO papa 6.
MARCO AURELIO imperadore 16.

Consoli

TITO VITRASIO POLLIONE per la seconda volta e MARCO FLAVIO APRO per la seconda.

Già dissi passato in Oriente l’Augusto Marco Aurelio nell’anno precedente per dar sesto agli affari sconvolti della Soria e dell’Egitto a cagion della ribellione di Cassio. Era egli giunto ad un borgo chiamato Halala nella Cappadocia, a piè del monte Tauro1335, borgo poscia da lui popolato con una colonia, e fatto divenire una città, cui diede il nome di Faustinopoli. Quivi presa da mortal malattia sua moglie Annia Faustina Augusta minore, finì i suoi giorni, e fu attribuita la sua morte alla gotta, male, a cui era soggetta. Dione1336, intestato ch’essa avesse parte nella sollevazion di Cassio, dubitò ch’ella medesima si lasciasse morire per paura d’essere scoperta complice di quella ribellione: sospetto, come già vedemmo, insussistente e privo affatto di verisimiglianza. Il Tillemont1337 la fa defunta nell’anno precedente. Il Petavio1338, il Mezzabarba1339 ed altri nell’anno presente. Non è facile il decidere tal quistione. Solamente abbiamo da Filostrato1340 nella vita di Erode Attico, che Marco Aurelio rispondendo benignamente alla lettera scrittagli da esso Erode, di cui parlammo all’anno 173, esprimeva il suo dolore per la recente morte di Faustina Augusta, dicendo ch’egli si trovava a quartier d’inverno colle soldatesche che l’accompagnavano: il che può convenire al precedente dicembre, e molto più ai primi mesi dell’anno corrente. Si vuol ora avvertire, che questa imperadrice lasciò di sè un nome obbrobrioso per la sua lascivia: vizio troppo usuale in chi adorava delle deità infami pel medesimo eccesso. Per attestato di Capitolino1341, fama era che Commodo suo figliuolo fosse nato di adulterio, perchè trovandosi ella a Gaeta, scialacquò la sua pudicizia colla feccia dei barcaiuoli e gladiatori. Sapevasi ancora essere stati de’ suoi drudi Tertullo, Utilio, Orfito e Moderato; e perchè Marco Aurelio promosse costoro alle cariche, ed alcuni fino al consolato, ne fu anche proverbiato dalla gente e messo in canzone ne’ teatri. Corse inoltre voce, ch’essa perdutamente si innamorasse d’un gladiatore; essendo per questo folle amore lungamente inferma, confessò il suo fallo all’Augusto consorte. Consigliatosi egli coi Caldei, ebbe per risposta, che ucciso quel gladiatore, facesse lavar la moglie nel di lui sangue. Il che fatto, essa guarì e concepì poco dappoi Commodo, principe che vedremo impastato di tutti i vizii della canaglia, e abbandonato all’infamia degli spettacoli gladiatorii. Non ignorava già Marco Aurelio, se non tutti, almeno gran parte dei trascorsi della moglie impudica: pure non seppe mai indursi a prendere alcuna risoluzione gagliarda su questo. E a chi gli disse un dì, che se non volea ucciderla, almeno la ripudiasse, rispose: Ma così facendo, converrà anche renderle la dote; e volea dir l’imperio da lui conseguito per cagion d’essa. Nè egli lasciò mai per le sue follie d’amarla e di andar d’accordo con lei. Morta che fu questa donna, certo indegna d’aver avuto per padre un Antonino Pio, per marito un Marco Aurelio, ne fece il senato una ridicola deità per le istanze del marito Augusto, il quale la pianse, e le alzò un tempio, al cui servigio pose anche delle fanciulle appellate Faustiniane. Giuliano Apostata1342 gli