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ad Alessandria. Abbiamo da Suida1692, che, nell’entrare in quella città, egli osservò un’iscrizione con queste parole in greco, che qui rapporto in latino: DOMINI NIGRI EST HAEC CIVITAS. Se ne turbò egli forte, ma gli spiritosi Alessandrini risposero tosto, contener essa iscrizione verità, perchè quella città era del signore di Pescennio Negro; e Severo se ne contentò. Lo creda chi vuole. Poco verisimile è quella iscrizione, e troppo stiracchiata l’interpretazione. Trattò Severo gli Alessandrini assai bene. Nei tempi addietro il solo governatore cesareo amministrava quivi la giustizia. Concedette loro1693 che avessero da lì innanzi il loro senato, e che giudicassero delle cause, a mio credere, civili. Fece anche altre mutazioni in lor favore. Poscia imbarcatosi sul Nilo, volle visitar tutte le città ed i luoghi più celebri di quella fortunata provincia, e massimamente Menfi, le Piramidi, il Labirinto e la statua di Mennone. Soleva poi ricordarsi con piacere di questo suo pellegrinaggio, per aver veduto tante belle memorie, tanti diversi animali, e il culto di quelle deità, massimamente ne’ templi memorabili di Serapide. Nulla vi fu di cose sacre o profane1694, e specialmente delle più recondite, delle quali non volesse essere ben informato: ma portò via da essi templi quanti libri potè mai trovare, contenenti dei segreti. Fece chiudere il sepolcro di Alessandro, in maniera che niuno da lì innanzi potesse mirare il di lui corpo, nè leggere le iscrizioni ivi contenute. Sul supposto intanto che tal suo viaggio si facesse nell’anno presente, egli di là partito verso il principio del verno, arrivò ad Antiochia, e quivi passò la seguente fredda stagione. Che poi in questo anno Caracalla, come vuole il padre Pagi1695, celebrasse il suo trionfo giudaico, allora c’indurremo a crederlo che ci sarà dimostrato che gli Augusti trionfassero fuori di Roma. A Roma certamente non tornarono in quest’anno gl’imperadori.


Anno di Cristo CCII. Indizione X.
ZEFIRINO papa 6.
SETTIMIO SEVERO imperad. 10.
CARACALLA imperad. 5.

Consoli

LUCIO SETTIMIO SEVERO AUGUSTO per la terza volta, e MARCO AURELIO ANTONINO CARACALLA AUGUSTO.

Perchè sul principio di quest’anno soggiornavano tuttavia in Antiochia i due Augusti, quivi perciò diedero principio al loro consolato. Di là poi, secondo Sparziano1696, andò Severo in Egitto; ma, a tenore della mia supposizione, egli non aspettò la primavera a mettersi in viaggio per tornare dopo tanto tempo in Europa e a Roma. Certo è ch’egli fece questo viaggio per terra nella Bitinia, arrivò a Nicea, e passò il mare allo stretto del Bosforo Tracio. Perciò potrebbe essere che succedesse allora ciò che racconta Suida1697, cioè che arrivato a Bisanzio, gli vennero incontro1698 quei cittadini con corone di ulivo in capo gridando: Viva, e dimandando loro vita e grazia. Li sottopose ben egli di nuovo a Perinto, ma perdonò loro, ed ordinò che quivi si fabbricasse l’anfiteatro coi portici per le cacce, e un circo magnifico con dei bagni nel tempio di Giove appellato Seusippo. Rifabbricò ancora il pretorio. Tutte queste fabbriche furono bensì cominciate sotto Severo, ma Caracalla suo figliuolo quegli fu poi che le perfezionò. Passando per la Tracia, si può credere che allora Massimino, il qual fu poi imperadore, fosse conosciuto per la prima volta da Severo Augusto1699; perchè celebrandosi il dì natalizio di Geta suo figliuolo nel dì 27 di maggio, Massimino